Too old to die young (S1-2019)

IL MALE È DI QUESTO MONDO.

Nell’ottavo episodio di “Twin Peaks-il ritorno-” David Lynch mostrava l’esplosione di una bomba atomica nel New Mexico nel 1945, tale esplosione provocava una serie di scorie che avrebbero generato il bene ed il male.
“Too old to die young” è come pervaso da quel male scaturito dall’atomica e NWR vuole spiattellarcelo in faccia attraverso la sua abbacinante arte.

IL DIAVOLO, GLI AMANTI, L’EREDITÀ, LA TORRE, IL MATTO, LA SACERDOTESSA, IL MAGO, L’APPESO, L’IMPERATRICE, IL MONDO.

10 episodi che immergono lo spettatore nell’attuale società americana, in una terra illuminata dal neon ma dal cuore di tenebra.
Pedofili, stupratori, famiglie incestuose, droga, armi da fuoco, fanatismo religioso, puritanesimo e perversioni sessuali assortite, benvenuti nell’America di Refn.

“GLI STATI UNITI SONO DIVENTATI LA DISCARICA DEI PROBLEMI DI TUTTI GLI ALTRI PAESI. QUANDO IL MESSICO MANDA LA SUA GENTE NON MANDA IL MEGLIO . MANDA PERSONE CHE HANNO MOLTI PROBLEMI, E PORTANO QUESTI PROBLEMI DA NOI. PORTANO LA DROGA. PORTANO IL CRIMINE. SONO STUPRATORI” (DONALD TRUMP).

NWR è l’occhio straniero che riesce a percepire il marcio che c’è nell’attuale situazione politica americana e in tutti quegli americani in crisi ideologica, politica ed economica che stanno trascinando la loro nazione in un nuovo medioevo, spinti dall’ odio razziale e fomentati da un presidente ideologicamente pericoloso.
Un popolo cieco e scaricabarile, non in grado di guardare in faccia la propria merda.
Sembra che i danesi siano particolarmente bravi nello smascherare le piccolezze dell’America (vi dice qualcosa “La casa di Jack” di Lars Von Trier?) , ma soprattutto riescono in modo caustico a portare a galla la disumanizzazione dilagante di un paese contraddittorio.
“Too old to die young” non risparmia nessuno, ridicolizza le forze dell’ordine e tutti coloro che ormai vivono solo per apparire sui social network, smaschera quello che si nasconde dietro il famigerato sogno americano, mostra l’ ambiguità e la stupidità di certi ricchi, non ha paura di spingere il pedale sul grottesco ed è un affresco socio politico di rara efficacia.

NEANCHE DIO PERDONA.

Non c’è redenzione, non c’è un Dio pacificatore nell’universo di Refn, il divino è un’entità in cui credere in base alle convenzioni sociali, qualcosa da piegare ai propri bisogni di vendetta e violenta purificazione.
Impossibile attuare il bene senza fare del male.
La violenza è una potenza ancestrale, metafisica e ineluttabile che NWR enfatizza utilizzando una trama scarna.
I dialoghi sono composti da poche frasi.
I monologhi aforismatici hanno un’ agghiacciante valenza profetica.

“REFN SI MUOVE TRA LE PIEGHE PIÚ RECONDITE DELLA NATURA UMANA, SCANDAGLIA LE SENSAZIONI PIÚ CUPE, SI ADDENTRA NEL TORBIDO E NELL’INDICIBILE, FRA CIÒ CHE SI TACE, CHE RIMANE SILENZIOSO, FINO ALLA PARTE PULSANTE DELLA BESTIALITÀ UMANA, CONNESSA ALL’ANTROPOS PIÙ ATAVICO” (MARIANGELA SANSONE).

La “morale” dei pochi personaggi di “TOTDY” viene costantemente esaltata dal ritmo catatonico ma ipnotico di un racconto che miscela il thriller al noir.
Un’opera colossale che alterna la violenza iperstilizzata alla descrizione delle parafilie sessuali dei personaggi.

NWR E LA SERIALITÀ TELEVISIVA.

Grazie alla consistente durata tipica delle serie tv (siamo intorno ai 90 minuti ad espisodio) il regista danese riesce a creare una palpabile ed estrema sensazione di straniamento dove le ossessioni che serpeggiano senza sosta tra le increspature del racconto sono fondamentali per descrivere il labile confine tra il bene ed il male e la propensione degli esseri umani all’aggressività.

Tra ralenti esasperati, interminabili carrellate, piani sequenza glaciali, primissimi piani dal sapore western e una colonna sonora da urlo “Too old to die young” è una bellissima rosa piena di spine da cogliere sull’orlo dell’abisso

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