C’mon C’mon (2022)

Emozioni uniche attraverso un rapporto complesso

C’mon C’mon è una piccola gemma di Mike Mills che resterà appesa nel cuore per molto tempo.

Un film emozionale che rappresenta al meglio i viaggi spirituali che la natura umana deve compiere attraverso le sensazioni della propria esistenza!

Semplicistica ma altresì forte e trainante è la sceneggiatura di quest’opera, capace di porre in risalto l’ennesima prestazione monstre di Joaquin Phoenix, coadiuvato da Woody Norman, zio e nipote “costretti” dagli eventi a passare tanto tempo insieme e condividere gioie e dolori, preoccupazioni di una vita difficile e soprattutto disagi sociali.

L’uomo (Johnny) e il giovane (Jesse) sembrano sostituirsi i propri ruoli, con l’adulto mai appieno soddisfatto e appagato della sua infanzia, colma di ombre e perciò causa di oscuri e improvvisi abbattimenti d’animo, interiori ad un aspetto invece cortese ed entusiasmato, mentre il ragazzo, divenuto già uomo per le dolorose ferite che un presente difficile gli sta provocando, fatica ad elaborare la tristezza di una vita complessa e desolante.

Il loro rapporto burrascoso a livello caratteriale eleva però una intrinseca similitudine, dato che ambedue si appoggeranno ai difetti altrui, a volte sotto forma di ossessioni, disturbi mentali e paranoie, per confrontarsi e superare buio e depressione.

Una trama al limite dell’incompiuto permette però a questo lavoro di centrare il segno, concedendo quindi ad una regia lineare di creare empatia fra i due protagonisti e chi segue le loro vicende, dimostrando quanto sia importante affrontare dapprima e superare poi, se aiutati ancora meglio, accadimenti traumatici e conturbanti che infanzie problematiche lasciano addosso.

Il Johnny di Phoenix soprattutto arriva a patti con se stesso e la propria natura da uomo maturo, mettendo da parte le tante resistenze e riuscendo infine a migliorare il nipote, dimostrandosi umano e persino debole allorquando sbagli ed errori sopraggiungeranno, permettendo al ragazzo di trovare equilibrio e confidenza verso una figura paterna a lungo cercata e finalmente ritrovata.

La coppia genererà quindi una complicità tutto fuorchè scontata, che provoca sì tristezza durante la separazione, ma anche consapevolezza futura sui propri mezzi spirituali!

Un lungometraggio ricco di emotività e positività, sebbene smarrimento e disordine mentale – accentuati da un pungente bianco e nero – molto spesso la faranno da padrone, provoca dunque un bellissimo senso di umanità e normalità.

Le costanti differenze interne fra l’imperfezione di un uomo mai completamente cresciuto e un ragazzo già grande anziché bambino, accompagnano lo spettatore attraverso emozioni uniche, all’interno delle quali pensare, riflettere e rivivere la propria gioventù, ritornando certamente indietro nel tempo a ripercorrere la tortuosa strada che ognuno si è trovato dinanzi prima di diventare uomo!

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