Capri-Revolution (2018)

Capri, 1914. Lucia (Marianna Fontana) è una giovane guardiana di capre, analfabeta che vive con i genitori e i suoi due fratelli. Alla morte del padre, già gravemente malato a causa degli anni di lavoro passati in fabbrica a Napoli, i fratelli di Lucia vogliono che si sposi con un ricco e anziano borghese di Capri. Lucia però non è disposta a scendere a compromessi e a rinunciare alla sua libertà e indipendenza. Libertà e indipendenza non solo innate, ma che sono coltivate dagli ambienti con i quali entra in contatto.

Conosce il medico Carlo, convinto socialista e sostenitore dell’entrata in guerra dell’Italia che vede come un’opportunità per cambiare e migliorare le condizioni degli operai. Crede nel progresso della scienza e della tecnologia e offre a Lucia la possibilità di formarsi come infermiera. Lucia entra poi in contatto con la comune di artisti che vive sull’isola. Questi vogliono creare un modello di società nuovo, lontano dalla frenesia del mondo moderno e a contatto con la natura. Mirano a recuperare la parte più primitiva dell’uomo attraverso il nudismo, lo studio della natura, l’arte e scegliendo una dieta vegetariana. Lucia rimaneprofondamente affascinata da questo pensiero e stile di vita e pian piano ne comincia a far parte della comune. Abbraccia i loro principi, diventa vegetariana e impara non solo a leggere e a scrivere ma anche l’inglese. Qualcosa però succede e la porterà a mettere in discussione questi nuovi principi.

Con Capri-Revolution si chiude la trilogia di Mario Martone formata da Noi Credevamo e Il Giovane Favoloso. Tramite queste tre pellicole conosciamo le filosofie e i pensieri dei decenni precedenti la prima guerra mondiale che hanno rivoluzionato il pensiero e il modo di vivere non solo dell’Italia ma di tutto il mondo occidentale.

La pellicola è costruita basandosi sul punto di vista di Lucia. Quest’ultima rappresenta una nuova generazione di donne che stava cominciando ad emergere. Donne che non si vedevano soltanto relegate al ruolo di moglie e madre ma desiderose di conoscere e scoprire il mondo attorno a loro. Determinate a fare parte di quel cambiamento che stava per scoinvolgere tutto il mondo e l’avrebbe trasformato in maniera radicale. Disposte a rischiare per avere la speranza di un futuro migliore.

In Capri-Revolution sono anche descritti in maniera efficace i due pensieri contrapposti tipici della fine dell’Ottocento e inizio Novecento. Da una parte la grande fiducia in un progresso fondato sulla tecnologia e il rigore razionale e scientifico. Dall’altra parte, la convinzione che per formare una società progredita bisogna investire sull’arte e la spiritualità. I soli mezzi che permettono all’essere umano di migliorarsi e imparare ad abbandonare l’individualismo.

La pellicola è caratterizzata da una regia e una fotografia ricercate e mai scontate. Regia e fotografia che permettono allo spettatore di entrare nel mondo rurale e primitivo della Capri di inzio Novecento. Notevole è la ricerca dell’utilizzo della luce, in particolare negli interni, che risulta ricordare l’utilizzo della luce tipica dei quadri di Caravaggio.

Da sottolineare vi è anche la sceneggiatura che regala al film dialoghi interessanti dai quali riusciamo a cogliere a pieno il pensiero e la psicologia dei personaggi. Personaggi che sebbene abbiano tratti ben definiti, sono mostrati nelle loro contraddizioni e conflitti interiori.

Un contributo fondamentale per l’ottima riuscita della pellicola è la bravura degli interpreti, tutti perfettamente credibili. Tra tutti spicca Marianna Fontana capace di interpretare l’evoluzione del suo personaggio, incarnando una giovane donna determinata, intraprendente ma anche con le tipiche fragilità dei vent’anni.

Film consigliato, per ritrovare le radici dei pensieri che hanno cambiato e rivoluzionato il pensiero del Novecento e che hanno contribuito a creare il mondo in cui viviamo.

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