The Green Knight (2021)

La vita dei cavalieri, fra coraggio e stregoneria

Finalmente sugli schermi The Green Knight, più atteso fantasy fra tutti e protratto nel tempo causa pandemia, non ha assolutamente deluso le attese, cedendo a fine proiezione un’aurea gagliarda e impavida alle gesta di Sir Gawain e il suo alter ego Cavaliere Verde!

Il medievale poema cavalleresco arriva allo scopo grazie al particolare lavoro di David Lowery, poliedrico nonché giovane story teller sci-fi, che si assume l’onere della scrittura, produzione, montaggio e – ovviamente – direzione tecnica, rinunciando a “scenografare” una pellicola ricca di combattimenti e tragici eccidi, preferendo bensì concentrare la sua opera ad umanizzare lo scorbutico ed insicuro Galvano.

Costui, durante tutta l’avventurosa trasvolata, sarà scortato da numerosi compagni di viaggio, reali o fittizi, che infatti ne metteranno alla prova non le prodezze guerresche, ma un animo tanto ardimentoso quanto comune e usuale.

Cocciuto, viziato e ribelle, il nipote di Re Artù si avvia ad espletare una missione estrema, andando a caccia del mastodontico e invincibile guerriero Verde un anno dopo averlo decapitato, immediatamente ridestato e pronto pertanto a restituir pan per focaccia come stabilito all’origine, per riscontrare così la grandezza dello spirito leale e sacrificale di ogni Cavaliere della Tavola Rotonda.

Meravigliosa appare la movimentata location irlandese dove si annida la storia, che rimanda istantaneamente al folklore inglese e gallese, all’interno di romantici paesaggi che d’improvviso si rabbuiano portando angoscia e timore nel cavaliere viaggiatore, un Dev Patel ancora una volta sugli scudi nell’acting ansiolitico e appassionato che lo contraddistingue, perfetto “eroe per caso” fragile ed esitante ma altresì retto e valoroso, alla ricerca progressiva di una sicurezza interiore che fatica ad arrivare, contornato da mefistofelici tentatori, Lord e Lady seduttori, animali consiglieri parlanti, un creato solenne eppur insidioso e soprattutto una stregoneria e scaramanzia di fondo che si paleseranno alla fine uniche e principali nemiche del prode paladino!

Il cast di supporto è all star, grazie alle sofisticate e suadenti performance di Alicia Vikander e Joel Edgerton, la stanca e matura saggezza di Sean Harris, l’agghiacciante maschera visiva e vocale di Ralph Ineson e la terrorizzante postura da indovina di Sarita Choudhury.

Scappare, indietreggiare e ripercorrere i sentieri all’inverso sono pensieri costanti di Gawain, che impersona dunque l’anima dell’uomo comune, pronto ad accontentarsi di vivere anziché affrontare il crudele fato e morire da leggenda.

Giochi di ombre in una fotografia ibrida fanno risaltare molteplici primi piani significativi, accoppiandoli poi però ad inquadrature indietreggianti e panoramiche, per ritornare subito dopo all’intimismo audiovisivo di rugiade, ruscelli, montagne e boschi briosi, chiarendo perciò quanto solitaria sia la missione di Gawain, bellicosa e nondimeno spirituale, riconoscendosi quasi di più negli assordanti silenzi che lo pedinano durante gli efficaci piani sequenza che nei focosi dialoghi, ridotti certamente al mistico ma oltremodo persuasivi ed epici.

Magia, stregoneria, natura feroce, onore, fedeltà e coraggio piuttosto che armi e combattimenti sono gli ingredienti che fanno di questa pellicola un introspettivo fantasy psichedelico e lisergico che colpisce e rimane nel cuore!

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