Due partite (2008)

La pellicola Due partite si inserisce nel filone dei film basati su opere teatrali. Il film si basa, infatti, sull’omonima piece teatrale scritta da Cristina Comencini, anche sceneggiatrice della pellicola.

Nella prima parte del film siamo negli anni ’60. L’azione si svolge a casa di una delle protagoniste, Beatrice (Isabella Ferrari), incinta, che ospita le sue amiche Gabriella (Margherita Buy), Sofia (Paola Cortellesi) e Claudia (Marina Massinori) per la tradizionale partita a carte del giovedì.

La partita a carte si rivela però un pretesto per parlare delle loro vite e soprattutto del ruolo della donna all’interno della società. Gabriella ha rinunciato alla sua carriera da pianista per diventare madre e moglie e consentire al marito di diventare un famoso musicista. Sofia, dopo essere rimasta incinta, è stata costretta a sposare un uomo che non ha mai amato. Claudia, invece, madre di tre figlie sopporta i tradimenti del marito mentendo a se stessa che sia felice della vita che conduce. Beatrice, romantica e idealista, è spaventata dal parto imminente. Tramite i dialoghi, gli aneddoti e la credibile recitazione delle protagonsite entriamo totalmente nel mondo femminile degli anni ’60.

L’immagine della donna che ne deriva è quella di una donna che sente di essere nata non solo per avere una famiglia ma anche per realizzarsi professionalmente. Traspare il desiderio delle protagoniste di creare un loro mondo, di essere economicamente indipendente e di non far dipendere la loro felicità soltanto dai figli e dal marito.

Nella seconda parte del film, ambientato negli anni ’90, ci troviamo nella casa che una volta era di Beatrice. Qui si riuniscono le figlie di Claudia, Beatrice, Sofia e Gabriella, rispettivamente Cecilia, Giulia, Rossana e Sara diventate anch’esse, con gli anni, amiche.

Cecilia (Valeria Milillo) è diventata un’avvocatessa desiderosa di diventare madre pur non avendo ancora trovato l’uomo giusto. Giulia (Alba Rohrwacher), donna indipendente, ha una relazione con un uomo che odia l’abitudinarietà dei rapporti e la troppa intimità. Rossana (Claudia Pandolfi) è diventata medico ed è sposata con un dottore. Mentre Gabriella (Carolina Crescentini), legata ad un uomo apprensivo e affettuoso, è una pianista che viaggia per il mondo grazie ai suoi concerti.

Rispetto alle madri, le figlie sono donne che hanno messo al primo posto la realizzazione personale tramite l’educazione e la carriera. Sebbene dai loro discorsi emerga il desiderio di diventare madre, di avere una relazione appagante con il marito o fidanzato, queste donne appaiono indipendenti e con il desiderio di essere viste nella loro femminilità anche se emancipate.

Il senso di frustrazione e costrizione vissuta dalle donne nella prima parte del film, lascia spazio al desiderio di non essere viste come uomini. Per loro il problema da risolvere è trovare posto per la loro femminilità in una società in cui la donna deve essere come un uomo per essere considerata all’altezza. Questo concetto è espresso in tutta la sua complessità nella lettera scritta per la moglie dal marito di Beatrice.

E’ importante sottolineare come cambia il rapporto di amicizia rappresento nella pellicola dagli anni ’60 agli anni ’90.

Nel primo caso vediamo come ogni donna cerchi di sfogare le proprie frustrazioni e infelicità, senza davvero essere ascoltata nè capita dalle sue amiche. Ognuna di loro è talmente presa dai suoi problemi che non vuole (nè riesce) prendersi il carico della sofferenza delle altre. Nel secondo caso invece vediamo delle amiche che si ascoltano e sono più sinceramente interessate alla vita delle altre.

La buona riuscita del film si basa in larga parte sulla sceneggiatura. Questa consente agli spettatori di entrare nel mondo delle protagoniste e di coglierne il carattere. Altro elemento fondamentale è la ottima performance attoriale delle protagoniste. Dalle loro espressioni, movenze e sguardi riusciamo a capirne il carattere e l’interiorità.

Lo spettatore è poi totalmente immerso in due mondi così differenti anche grazie al trucco e parrucco. Questi infatti rispecchiano il ruolo della donna nei due decenni analizzati. Se negli anni ’60 le donne erano perfettamente vestite, pettinate e truccate, negli anni ’90 la donna ha una femminilità più essenziale.

Film che consiglio, per riflettere su una questione quanto mai contemporanea e attuale come il ruolo e la realizzazione della donna all’interno della società.

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