Padrenostro (2020)

Roma, 1976, il protagonista del film (tratto da una storia vera) è Valerio Le Rose, figlio di un noto magistrato, Alfonso che subisce un attacco terroristico all’uscita di casa. Da quel giorno, l’infanzia di Valerio cambia, diventa un mix di terrore, ansia, sentimenti che lo faranno crescere e scoprire l’importanza dell’amicizia.

Con questo suo film, il regista Claudio Noce racconta la tragica vicenda autobiografica che visse da bambino, lo fa cercando di mantenere uno sguardo di Claudio bambino e non di Claudio regista, ora adulto.

Questo è forse il pregio più enorme del film: l’essere riuscito a non allontanarsi mai dal punto di vista del bambino, elemento che dona una serenità, una genuinità, ma soprattutto empatia e coinvolgimento.

Oltre alla bravura del regista, è da citare la prova attoriale del protagonista Valerio, interpretato da Mattia Garaci, considerato già da molti critici come un enfant prodige. La sua è una recitazione pura, naturalistica, è con lui che riusciamo a vivere un turbinio di sensazioni miste fra loro, quali serenità, paura, assenza, curiosità e fantasia.

Non è da meno neanche Francesco Gheghi, che nel film interpreta Christian, personaggio che per tutta la prima metà del film quasi sembra immaginario, immaginato proprio dall’enorme fantasia di Valerio. Ma non è così, il regista gioca con noi, quasi ci prende in giro, perché Christian esiste ed è fondamentale allo sviluppo della trama fino al climax finale in cui si scoprirà la sua vera identità.

Il film non è altro che uno splendido racconto dell’amicizia di due ragazzini che si sono trovati ad essere figli e in qualche modo vittime di due fazioni diverse, vittime di un conflitto sanguinario che negli anni ’70 scosse il nostro Paese.

Infine, c’è ovviamente l’obbligo di citare la, come sempre, straordinaria performance attoriale di Pierfrancesco Favino, vincitore della Coppa Volpi alla Biennale di Venezia.

Il suo non è un vero e proprio ruolo da protagonista, perché lo vediamo come lo vede suo figlio Valerio, poco, di sfuggita, come un eroe, insofferente, duro e allo stesso tempo tenero. Ma non è il vero protagonista della storia, ha un ruolo forse più importante, a lui è dedicato il film, come si può leggere nei titoli di coda e lì, lo spettatore, non può fare altro che emozionarsi e applaudire.

Scrivi un commento

Powered by WordPress | Web Concept by: Webplease