La terra di Dio (2017)

Yorkshire, oggi. Johnny (Josh O’Connor) vive nella campagna inglese nella regione dello Yorkshire. Porta avanti la fattoria di famiglia occupandosi dell’allevamento delle pecore e dei campi. Sebbene sia solo un ragazzo di 25 anni, ha sacrificato i suoi sogni e gli studi per aiutare la famiglia nella gestione della fattoria. Di giorno lavora mentre la notte si sfoga in bevute al pub e in rapporti occasionali con ragazzi verso cui non nutre alcun tipo di affetto o amore. La vita di Johhny è destinata a cambiare, quando il padre decide di assumere un ragazzo immigrato rumeno Georghe (Alec Secareanu) per assistere il figlio nella gestione della fattoria. Nonostante Johnny inizialmente sia diffidente e non contento del suo arrivo, la dolcezza, la semplicità e tenerezza di Georghe rivoluzioneranno la sua intera esistenza.

Johhny è un personaggio che viene descritto in tutta la sua complessità, tramite i suoi sguardi, i suoi atteggiamenti e i non detti. Vive con profonda sofferenza la sua realtà. Il sacrificio fatto per la famiglia di non seguire i suoi sogni per aiutarla, lo porta a provare un profondo disincanto, rabbia e risentimento per la realtà che lo circonda. Tutto questo viene espresso in maniera efficace dal dialogo con una sua compagna di classe del liceo che è tornata a casa durante una pausa dal college. Si rifugia, quindi, per dimenticare una condizione che lui vede senza prospettiva di miglioramento e quindi arida, e senza felicità, nell’alcool e nel sesso occasionale. Vive quest’ultimo come una semplice valvola di sfogo e come una forma come altre per provare piacere. E’ un sesso permeato della sua rabbia repressa e senza alcun sentimento verso l’altro.

Georghe è invece immigrato in Inghilterra per riuscire ad avere un futuro migliore di quello che il suo paese, la Romania, può dargli. Prova però un grande nostalgia e amore per la sua terra e la sua famiglia cosa completamente assente in Johnny, che vede queste ultime come ostacoli per la sua felicità. Nonostante i pregiudizi verso i suoi confronti, Georghe non perde la sua umanità. E’ dedito al lavoro, al sacrificio e opera mosso dalla voglia di migliorare la sua esistenza. Ciò che però conquista Johnny è la tenerezza e la dolcezza di Georghe, che si evidenziano in maniera particolare nell’accudire gli agnelli appena nati.

Johnny trova nella purezza d’animo di Georghe il punto di partenza per costruire la sua felicità e voler trovare il suo benessere. Georghe fa scoprire a Johnny che dietro l’atto sessuale c’è amore, dolcezza e tenerezza e non solo desiderio. Lo aiuta a mostrarsi fragile e vulnerabile. Gli fa riscoprire la bellezza di stare al mondo anche in una condizione semplice. Lo spinge a volersi bene e a farsi del bene. Lo porta a riscoprire l’amore verso la sua famiglia. Il vero centro del film è il potere salvifico dell’amore.

Sebbene molti abbiano visto in La Terra di Dio una versione inglese della celebre pellicola di Ang Lee, I segreti di Brokeback mountain, per l’ambientazione rurale e l’amore omosessuale dei protagonisti, in realtà i messaggi dei due film sono profondamente diversi. Nel film di Ang Lee, il centro è l’amore omosessuale che i due protagonisti non riescono a vivere, e la sofferenza che questo comporta. In La Terra di Dio il fulcro del film è l’amore e la sua potenza, poco importa se questo amore è vissuto da una coppia gay o etero. Anche se nel film ci sono elementi che evidenziano una matrice socio-culturale omofoba, il racconto non si incentra su questo.

Il regista Francis Lee gira la pellicola con uno stampo documentaristico. Vi è molto uso di camera a mano, di primi piani e anche grande abilità nel mostrare l’uomo immerso nei paesaggi dell’entroterra inglese. Riesce a descrivere in maniera ottimale la vita rurale, i suoi ritmi, i suoi riti e la costrizione di Johnny in un ambiente che non sente suo. Non è facile trovare nel cinema personaggi descritti a tutto tondo come quelli presenti in questa pellicola. Ancor più raro è la loro descrizione principalmente tramite il loro portamento, i loro sguardi, dialoghi asciutti e il non detto. La luce è prevalentemente naturale, per immergersi in maniera totale e autentica nel mondo contadino. La musica viene utilizzata solo alla fine del film, come per sottolineare il risveglio e la rinascita dei sentimenti in Johnny.

La performance attoriale di Josh O’Connor è praticamente perfetta. Non si cade nel macchiettistico descrivendo un personaggio tormentato, ma si indagano le cause dei blocchi emotivi del personaggio.

Film da vedere per scoprire un film che è poco conosciuto in Italia ma che ci permette di riscoprire un tema affrontato da molti, ma raramente in maniera così efficace.

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