The Rocky Horror Picture Show (1975)

Nella classifica dei 50 Cult Movies di sempre, conquista il primo posto ”The Rocky Horror Picture Show” precedendo ”This is Spinal Tap” di Rob Reiner e ”Freaks” di Tod Browning. Tratto dallo spettacolo teatrale ”The Rocky Horror Show” di David O’Brien e diretto da Jim Sharman, questo film ha fatto subito scalpore per le sue tematiche sessuali rese esplicite nel corso dell’intera vicenda.

L’intera trama ruota intorno al bizzarro Dottor Frank-N-Furter, uno scienziato bisessuale e travestito, dalla movimentata vita sessuale e dalle dubbie origini. La voce guida del narratore esterno alla vicenda espone, di tanto in tanto, commentando ciò che accade. Tutto ha inizio il 9 agosto 1974, quando due ragazzi, Janet Weiss e Brad Majors si fidanzano e decidono di recarsi dal Dr Scott, il professore universitario presso il quale si erano conosciuti.

Tuttavia, durante il tragitto, vengono sorpresi da un guasto dell’auto e sono costretti a cercare rifugio in quello che poi si rivelerà il castello del Dottor Frank-N-Furter. Quest’ultimo subito si presenta alla giovane coppia, come Sweet transvestite, dolce travestito, proveniente dalla Transilvania, accogliendoli insieme al sinistro maggiordomo Riff-Raff, alla cameriera Magenta e dai transilvani, gli invitati dello scienziato.

Ignorando le ripetute richieste dei ragazzi, desiderosi di fare una semplice telefonata, Frank li condurrà nel suo laboratorio, spogliandoli di tutti i loro abiti e li inviterà ad assistere alla nascita dell’uomo perfetto: Rocky, biondo, stupido, alto e depilato, con il quale decide di sposarsi.

Da questo momento in poi, l’irriverente pellicola vedrà i protagonisti coinvolti in intrighi sessuali di ogni tipo, pilotati ovviamente dallo scienziato bisessuale che porterà Brad a tradire Janet e quest’ultima a vendicarsi lasciandosi sedurre dall’ignaro Rocky.

Tuttavia, sebbene esplicitamente a sfondo sessuale, la pellicola va ricordata per i numerosi riferimenti alla cultura, come al David di Michelangelo (per quanto riguarda la bellezza e la perfezione di Rocky), o la Creazione di Michelangelo in fondo alla piscina, simbolo di bellezza virile con qualche modifica riuspetto all’originale (fallo assai ingrandito). E ancora, il voler mettere in evidenza, utilizzando il tema del travestitismo, quanto siano effimeri i luoghi comuni imposti dalla ”normalità”.

In una delle prime performance cinematografiche di Tim Curry e della splendida Susan Sarandon, ”The Rocky Horror Picture Shop” non è solo un musical da non perdersi, ma anche uno spunto di riflessione in chiave comica dei limiti che negli anni 70′ venivano imposti. Con la sua dinamicità e freschezza, non poteva non guadagnarsi un posto nella National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Il trailer

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