Notizie dal Mondo (2021)

La cultura fra pistole e speroni

Scrivere e dirigere un western originale ai giorni d’oggi è impresa improba, a meno che la macchina da presa sia affidata a un prodigio quale Paul Greengrass, genialoide nel trasporre per lo schermo l’ottimo romanzo di Paulette Jiles del 2016 News of The World, e la scena immortalata da quella meravigliosa calamita di emozioni che prende il nome di Tom Hanks, ormai riciclatosi alla grande nei ruoli da vecchio saggio magnanime, prode e grintoso!

L’istrionico regista e sceneggiatore britannico dai ritmi filmici indiavolati e frenetici, firma i dialoghi a mezzi con Luke Davis e crea persino in mezzo ai banditi furfanti del selvaggio west un action thriller emozionante, riportando a pellicola l’insolita e stravagante storia di un capitano in pensione, che vaga da una contea all’altra per “aggiornare” popolazioni rozze e profane su cosa stia accadendo nel mondo, aggiungendo inoltre un tocco poetico, bislacco e ironico nei suoi racconti, che ne eleva l’alone di cabarettista ante litteram!

La fine delle ostilità nella guerra civile lascia in eredità però enorme disillusione nell’America grezza della seconda metà del diciannovesimo secolo, frustrazione, povertà e voglia intrinseca di trasgredire e schernire chi più debole. Indiani, nativi e tribù sparpagliate nell’ovest texano inoltre rapiscono intere famiglie, le derubano e sovente ne trucidano la vita! Numerosi paesi poi, sono completamente egemonizzati da pseudo magnati che offrono loro lavoro in cambio di omertà e subordinazione.

Il Jefferson Kidd di Hanks si imbatte così in una bambina casualmente sopravvissuta a peripezie truculente, unica superstite di una famiglia allargata e ormai da cinque anni divenuta una Kiowa purosangue, con tanto di linguaggio forestiero e abitudini forastiche.

L’uomo, vedovo e privo di affetti e interessi, se non quello di portare cultura e news in una terra ormai alla deriva, si “riveste” di divisa e gradi scortando la piccola fra ladri, killer e violentatori seriali, fino all’agognata meta sotto forma di zii materni.

Le location attorno alle quali si svolge l’azione sono le meravigliose distese messicane di Santa Fe, nelle quali la cinepresa di Greengrass fa piroette alternando la pericolosa natura selvaggia agli sguardi impauriti di Kidd e Johanna, una fantastica Helena Zengel, i cui occhi pregni di terrore e sfiducia accompagnano quelli sempre commossi ma impavidi di un Tom Hanks continuamente impeccabile!

Una scenografia ad hoc e la fotografia cupa si appaiano all’eccellenza di James Newton Howard, formidabile ancora una volta nell’aiutare la riuscita emozionale di un’opera, accompagnandola con musiche accorate e drammatiche, grazie a delle piano suite mastodontiche per accrescere ansia, pathos ma pure tranquillità e riflessione.

La solitudine della coppia, intesa come impossibilità di impadronirsi di un nuovo destino, li unirà in un rapporto di protezione, serenità e speranza, che permetterà all’uomo di riottenere un affetto a cui dedicarsi, e alla piccola di ricominciare a vivere da capo un’esistenza privata di sogni e aspirazioni.

Greengrass commuove con una sceneggiatura sui generis per i temi e le epoche di riferimento, unendo quindi la scrittura attenta e pacata nell’innalzare i desideri reconditi che investono gli uomini in ogni fase della propria essenza, ad una regia claustrofobica e avventuriera tipica di un western d’elite!

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