Il Messaggero -The Haunting in Connecticut (2009)

Il Messaggero è un film del 2009 diretto dall’esordiente Peter Cornwell ed è liberamente basato su eventi paranormali realmente accaduti a Southington, nel Connecticut, tra gli anni settanta e ottanta dalla famiglia Snedeker.

Il protagonista è un giovane malato di cancro, Matt Campbell (Kyle Gallner), in cura presso l’ospedale del Connecticut, che però si trova lontano da casa sua e, dato che le cure sembrano avere successo, la famiglia decide di trasferirsi vicino all’ospedale. Sara, la madre di Matt, trova una casa vittoriana in affitto a un buon prezzo dove la famiglia, composta da padre, madre, Matt e i suoi tre fratelli, si trasferisce. In seguito si scoprirà che la causa del prezzo così appetibile è dovuta al fatto che un tempo la casa era adibita a camera mortuaria. Matt comincia ad avere strane visioni, che la madre crede siano dovute ai farmaci e al continuo stress subito dal figlio. La figura che in particolare perseguita il ragazzo è Jonah, un giovane medium che praticava sedute spiritiche proprio in quella casa, aiutando un negromante, il Dr.Aickman. Matt scopre inoltre nel seminterrato un’ex camera mortuaria nella quale però non riesce ad entrare. Quando gli eventi soprannaturali coinvolgono tutta la famiglia si decide di indagare più a fondo sul passato della casa e su ciò che avveniva al suo interno.

Nonostante il film sia stato promosso come ispirato a fatti realmente accaduti, attraverso una ricerca più approfondita, si scopre che in realtà il film ha preso solo spunto dalle vicende avvenute alla famiglia Snedeker: il figlio era realmente ammalato di cancro e la famiglia si era davvero trasferita in una casa vicino all’ospedale presso il quale era in cura, nella quale si sono verificati strani eventi soprannaturali. E’ poi inoltre vero che la casa era adibita a camera mortuaria e si dice che gli impresari che vi lavoravano erano probabilmente stati coinvolti in casi di necrofilia. La casa è stata poi ripulita da ogni presenza grazie ad un esorcismo condotto nel 1988. Il resto dei fatti narrati nel film è pura invenzione, come hanno affermato anche in seguito coloro che ne sono stati direttamente coinvolti.

Matt Campbell è interpretato da Kyle Gallner, attore di film horror piuttosto conosciuto, soprattutto perché l’anno successivo interpreterà Quentin in “Nightmare”. Accanto a lui, l’altro personaggio che spicca è la madre di Matt, Virginia Madsen, che impersona egregiamente il ruolo di madre coraggiosa e protettiva nei confronti dello sfortunato figlio.

Azzeccatissima è l’ambientazione: la casa in stile vittoriano si dimostra infatti perfetta come sfondo per gli eventi narrati. E’ un’abitazione a più piani, costituita in gran parte da legno e presenta una soffitta, uno scantinato e una misteriosa stanza chiusa nella quale Matt e la sua famiglia non riescono ad accedere. Non manca assolutamente nulla. Le luci utilizzate inoltre contribuiscono a creare la giusta atmosfera.

Gli spunti per il film sono davvero buoni ma, a mio parere, il film prende il via troppo presto: infatti, dopo una breve presentazione del protagonista e della sua famiglia, Matt comincia ad avere le prime allucinazioni già dopo i primi dieci minuti. Questo provoca un abbassamento della tensione che avrebbe potuto essere maggiore se si fosse deciso di tenere lo spettatore più sulle spine. Nonostante ciò le allucinazioni di Matt sono molto ben fatte, così come le strane apparizioni che si vedono con la coda dell’occhio già dai primi minuti. Anche i flashback di Jonah che Matt vede sono molto ben costruiti, grazie anche all’effetto seppia con il quale sono stati girati.

A dare una scossa agli eventi è il ritrovamento in casa di alcune foto che spingono Matt e la sorella maggiore a compiere delle indagini approfondite sulla loro casa. Ciò che emerge dalle loro ricerche e i dubbi che ne derivano spingono Matt a chiedere aiuto al reverendo Popescu, in cura come il giovane presso l’ospedale e quindi, come lui, vicino alla morte e più sensibile agli eventi soprannaturali. E’proprio questo il personaggio, a parer mio, che rovina ciò che fino a quel momento è stato ben architettato e presentato. La figura del reverendo infatti è piatta e senza personalità e gli viene data un’importanza che in realtà alla fine non ha e finisce per rivelarsi anche un personaggio piuttosto inutile.

Il livello di paura è piuttosto buono per alcune riprese inaspettate e per la buona qualità con cui sono state girate. A dominare però, piuttosto che la paura, che compare a sprazzi, è l’ansia, che fa da padrona a sequenze molto più ampie.

Procedendo si scopre che c’è un motivo dietro alle visioni di Matt e che lui sarà l’unico, essendo in contatto con Jonah, a capirne il reale motivo e il suo ruolo nella vicenda. Non vi nascondo però che il finale sarà un po’ deludente, soprattutto per gli amanti dell’horror.

“Il messaggero” è un buon film che sembra avere tutte le sue cosine a posto, ma la figura inutile del reverendo e il finale lo rovinano un po’. Certamente non è un capolavoro ma ve ne consiglio comunque la visione perché ci sono davvero dei buoni spunti che tutto sommato meritano di essere visti e apprezzati.

Il trailer

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