Il Canto del Cigno (2022)

Il senso della Vita

Interessante questo SCI-Fi diretto da Benjamin Cleary, genialoide regista da cortometraggi, che affida al talento di Mahershala Ali il compito di rendere introspettiva una storia spesso trattata, quella cioè di salvaguardare la propria famiglia da un dolore immenso, in questo caso la morte di se stessi!

Sparring partner di un viaggio senza ritorno la sodale Naomi Harris e sua maestà Glenn Close.

Cameron Turner infatti, viene catapultato nella tragica realtà che lo vede prossimo alla dipartita, lui marito e padre esemplare che farebbe di tutto per proteggere i familiari, persino accettare soluzioni sperimentali o clonazioni di carne e spirito!

L’istrionico attore islamico ci mette poco a calarsi nella parte, esaltando il proprio acting drammatico ma pure speranzoso e propositivo, allorquando deve metabolizzare il futuro dramma cercando comunque di tranquillizzare i suoi, e mentre la sua anima riprodotta lo pone dinanzi ai ricordi vissuti, alienandosi dal resto del circondario, riflettendo perciò su quel che è stato e non sarà più e sull’importanza congiunta e immarcescibile di vivere e amare!

Un lavoro semplice sebbene dalla narrazione complessa e ovviamente illusoria, dove uomo reale, malato e debole si mischia alla macchina, anch’essa capace tuttavia di riproporre sentimenti e pene interiori!

Tutto ciò empatizza eccome, inserendo come morale costante il dubbio progressivo e continuo fra verità e finzione, vivere o morire, esistere o scomparire.

Una regia infine lineare ma schietta e poco pirotecnica ha dunque lo scopo primario di umanizzare il doppio confronto essere umano/robot, ponendoli quasi sullo stesso piano affinché l’uno abbandoni il proprio fragile e decadente corpo per impossessarsi dell’altro e il secondo prenda in prestito un’anima nobile sebbene morente!

Il Canto del Cigno è una piccola ma pura rappresentazione quotidiana di quanto importanti siano la vita e l’ordinario giornaliero, una volta che si è messi di fronte a perdite o al terrore di subirle.

Cleary utilizza perciò l’imminente tragedia annunciata, tecnologie all’avanguardia e una gelosia di fondo verso chi resisterà in futuro al proprio posto, per consentire però all’animo più intrinseco di apprezzare ogni momento offerto in dote, enfatizzando quindi a livelli estremi ciò che si sta per perdere definitivamente, vale a dire immagini, suoni, luci e colori!

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